Recensione ‘ Gli ansiosi si addormentano contanto le apocalissi zombie’ di Alec Bogdanovic

Ciao lettori, oggi voglio parlarvi di una storia molto peculiare ossia la storia del pro- pro- pro- pro- pro- nipote di Gnarf.

Dettagli:

Costo *edizione con copertina flessibile: 13,01€

casa editrice: Rogas edizioni

data di pubblicazione: 9 ottobre 2020

pagine: 124

trama:

La depressione è il male della nostra epoca. È la malattia più diffusa al mondo ed è la più temuta dopo il cancro. Il nostro anti-eroe ci si imbatte nell’adolescenza e cerca di liberarsene con la disciplina e il metodo di un ricercatore, peccato che la cavia da laboratorio sia lui stesso. Finirà così per autocondannarsi a un’interminabile escalation di sfortune e miserie umane: queste daranno corpo a un romanzo di formazione in cui tragedia e commedia si intersecano e fondono fino a diventare del tutto indistinguibili.

Il romanzo di cui vi parlerò oggi si intitola ‘Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie’ di Alec Bogdanovic. La storia tratta la delicata tematica della depressione e segue le avventure della vita di Alec, (che per l’appunto inzia a soffrire di depressione da ragazzino) partendo dal periodo adolescenziale fino ad arrivare all’età adulta; protagonista indiscussa della narrazione è l’ansia:

  • l’ansia di non essere abbastanza
  • l’anisa di non essere accetati
  • l’ansia del fallimento
  • l’ansia di essere paragonati ad altre persone
  • l’ansia di non provare ansia, perchè si è consci che quei rari momenti di pace procurano dolore e sofferenza ad altre persone.

L’ntera storia è incentrata sulla battaglia tra il protagonista e la depressione che scandisce e condiziona ogni sua azione.

La tragica ironia è che il tuo cervello, rovinandoti la vita, pensa di aiutarti

Onestamente questa lettura è stata per me un susseguirsi di emozioni forti e contrastanti, in questo romanzo di fatti: Sarcasmo, tristezza, rabbia, inquietudine, coraggio, voglia di mettersi in gioco e una buona dose di scelte discutibili vengono mescolate assieme ad uno stile narrativo tragicomico dando vita ad un’opera capace di far provare ai lettori un range di emozioni sconfinato.

Molti sono i personaggi che ci vengono presentati all’interno del romanzo, tutti loro sempre rigorosamente analizzati dettagliatamente dalla lente iper soggettiva dello scrittore; dagli amici storici del liceo alle varie donne della sua vita e ancora dai simpatici cavernicoli ( che discutono amabilmente sui rischi della caccia al cinghiale) ad un orrendo blob mutaforma che odia “qualsiasi persona abbia avuto la sfortuna di nascere con un pene“; tutti questi personaggi si susseguono nei vari capitoli dell’opera, diventando protagonisti delle macrosezioni del libro in cui compaiono. A fare da sfondo alla narrazione molto intricata ed episodica c’è la nostra epoca definita come “l’epoca più infelice mai esistita” nella quale l’imperante capitalismo può fornirci solo un’illusoria felicità che in realtà non è altro che pura finzione.

Questa storia mi ha fatto sicuramente riflettere molto, ridere molto e in alcuni momenti arrabbiare a tal punto da doverene sospendere la lettura, ma alla fine ho realizzato che probabilmente questo turbinio di emozioni era ciò che l’autore desiderava far nascere nella mente dei suoi lettori, creando così uno stile volutamente provocatorio, irriverente e borderline (alla Nathanael West).

In conclusione il romanzo di Alec è stata una lettura molto intensa che mi ha segnata profondamente e che penso porterò sempre con me.

parere: ★★★★

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